Dopo anni di carenza di semiconduttori, l’Europa prende provvedimenti verso l’autonomia produttiva

Alla luce di quanto accaduto durante gli anni di pandemia, sommato ai precedenti dove già vi era carenza di materiali, l’Europa sta compiendo i primi passi verso l’autonomia nella produzione di chip. Attraverso lo European Chips Act, l’intento è, infatti, di passare dal 9% della produzione attuale mondiale all’ambizioso obiettivo di raddoppiare e raggiungerne il 20%, entro il 2030.

Il primo passaggio è l’industrializzazione delle imprese, per avere una produzione che passa dai laboratori alle fabbriche. Il successivo è di tipo finanziario, con 43 miliardi di euro di investimenti, sotto forma di incentivi pubblici e privati, agli impianti di fabbricazione. Il terzo, e ultimo, passaggio è riconducibile allo spirito “l’unione fa la forza”, ovvero l’attivazione di una collaborazione fra Stati membri nel monitoraggio l’approvvigionamento di semiconduttori, la previsione di eventuali carenze e l’organizzazione per fronteggiarle. L’atto è in approvazione al Parlamento e al Consiglio Europeo.

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